Meteorologia e montagna: effetto Wind chill

Il termine inglese wind chill, talvolta indicato windchill o wind-chill, deriva dall’abbinamento di wind = vento e chill = gelido e consultando il Dizionario Scientifico e Tecnico McGraw-Hill Zanichelli troviamo “raffreddamento da vento”. Questo indice calcola l’effetto “raffreddamento” dovuto alla ventilazione. Il corpo umano infatti non percepisce la temperatura dell’aria misurata dal termometro, ma la sensazione percepita è legata alla temperatura della nostra pelle. Il vento, rimuovendo la “pellicola” di aria tiepida che si forma sul’epidermide, la rende maggiormente esposta al contatto con l’aria fredda dell’ambiente. Pertanto tanto più forte è il vento tanto maggiore è la sensazione di freddo che noi percepiamo.

La seguente tabella fornisce la correlazione fra la temperatura misurata dal termometro e la velocità del vento per conoscere la temperatura percepita.

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L’indice wind chill, per una determinata velocità del vento e una determinata temperatura, è quel numero che vuole rappresentare la temperatura percepita (o apparente) come se si fosse in assenza di vento.

La comprensione dell’indice wind chill e del relativo effetto ci aiuta a capire meglio i bollettini meteorologici e i fenomeni fisici, in particolare quando pianifichiamo le nostre uscite in montagna nella stagione invernale, adeguando opportunamente l’equipaggiamento.

Attenzione: il vento citato nei bollettini meteo è un vento medio. In montagna sono frequenti le raffiche, che dipendono dalla velocità del vento medio, dalla turbolenza e possono raggiungere intensità anche due/tre volte il vento medio. L’intensità del vento poi aumenta in prossimità di creste, selle e passi fino a raddoppiare soprattutto se il versante sopravvento è ripido.

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