Mongioia (Bric de Rubren) [m. 3340] da S. Anna di Bellino

  • Località di partenza: S. Anna di Bellino (CN)
  • Quota di partenza: 1852 m
  • Dislivello: 1530 m
  • Tempo di percorrenza. 7ho0′ a/r
  • Difficoltà: EE – F+

Accesso: Da Costigliole Saluzzo si risale la Valle Varaita fino all’abitato di Casteldelfino. A monte del paese, nei pressi del Museo en plein air di arte sacra “Santi del popolo”, si prende a sinistra la deviazione per Bellino. Si lasciano alle spalle alcune graziose borgate (Chiesa, Pleynè, Celle) raggiungendo dopo qualche chilometro Chiazale (1710 m). Si prosegue ancora per circa due chilometri per arrivare all’ultima borgata della valle, Sant’Anna di Bellino. Si posa l’auto nel parcheggio presso la Chiesa.

Ci si innalza sulla sterrata per raggiungere a  q. 1852 m il bivio nei pressi dell’ultimo posteggio a monte di Sant’Anna di Bellino, dove si ignora a sinistra la carrareccia per il Piano di Traversagn e si imbocca la stradina sterrata (segnavia U26) che sale in direzione nord-ovest, inizialmente abbastanza ripida, poi con pendenza più lieve.
Si passano le Grange di Prato Rui, poco oltre le quali la sterrata stacca a destra la mulattiera per il Bivacco Boerio e la ferrata di Rocca Senghi. Lasciata dunque la carrareccia che continua verso il Pian Ceiol, il Colle dell’Autaret ed il Colle di Bellino (segnavia U27), si sale lungo la mulattiera fino alle vicine Grange Cruset (2014 m, 0,30 ore).

Raggiunte le ultime case, si lascia a destra il sentiero per la Via Ferrata di Rocca Senghi, per seguire l’ampia traccia a sinistra che prosegue in costa e si addentra nel Vallone Varaita di Rui, seguendo la sponda sinistra orografica del Torrente. Nei pressi di una baita isolata, lo si attraversa su un solido ponte, per proseguire con ripidi tornanti e superare una balza pascoliva per raggiungere le Grange Rui (1,15 ore).
Il sentiero tende a spianare, prosegue a mezzacosta e dopo aver guadato il corso d’acqua che scende dal Vallone Baisa del Colle, raggiunge altre grange, per entrare poi nell’allungato ripiano pascolivo, non lontano dal Torrente Varaita di Rui che scorre a destra. Lasciate a monte del sentiero le Grange del Chiot, la traccia passa a sinistra delle Grange Fons di Rui (2463 m, 2 ore).
A quota 1500 m si trascura a destra il bivio per il Passo di Fiutrusa (segnavia U26) e ci si tiene a sinistra sul sentiero per il Lago di Mongioia e il Bivacco Boerio (segnavia U67). Dopo un traverso che taglia anche un breve tratto eroso dalle acque di ruscellamento, si inizia una ripida salita a tornanti su una balza erbosa, costeggiando una bella cascata, per raggiungere e superare un ripido ma breve canalino. Il sentiero attraversa quindi i magri prati del Pian Gaveot, con andamento pianeggiante, lascia a destra una traccia ancora per il Passo di Fiutrusa e poco dopo riprende ad innalzarsi con notevole pendenza. Lasciata a destra una piccola piana con una pozza d’acqua, si continua con una lunga salita. Un traverso in diagonale alle pendici del Monte Giuep porta infine a superare i due salti rocciosi che adducono all’ampia e poco marcata depressione del Passo di Mongioia. Poco oltre, sempre sulla displuviale, si trova il Bivacco Boerio, singolare costruzione a pianta ottagonale inaugurato nel 1992 e dedicato a Franco Boerio, alpinista e membro del soccorso alpino locale  (3089 m, 3,50 ore dalle Grange Fons di Rui).

Poche decine di metri a valle del bivacco si trova il Lago Mongioia (3084 m), specchio d’acqua più elevato delle Alpi Cozie.

Dal bivacco,  si scende in direzione ovest per portarsi sull’evidente dorsale sud del Mongioia. Da qui si diparte la frequentata traccia segnalato con ometti di pietra che prende rapidamente quota alla base di una fascia rocciosa. Si perviene quindi ad una balza  sulla quale si nota una freccia gialla e la scritta “facile”.

Di qui si presentano due possibilità:

a) si risale a sinistra la balza ben appigliata e si procede sulla cengia ben marcata subito al di sopra, che con alcune svolte porta sull’ampio detritico dorso sud-ovest della montagna. Continuando a zig-zag si raggiunge l’ampia vetta del Mongioia (3340 m – 4h 30′) (EE).

b) Trascurando l’indicazione, si prosegue sul sentiero principale, che taglia ancora in diagonale sul versante che sovrasta il Lago Mongioia (ometti). Si sale tra cenge detritiche e ripidi lastroni, seguendo attentamente gli ometti e labili tracce, quindi si sbuca su un dosso molto panoramico. Qui si può salire direttamente la balza sulla sinistra, che però obbliga ad uno scomodo “passo del gatto” al suo culmine (attenzione a non rimanere incastrati con lo zaino), oppure si può tornare indietro per poche decine di metri fino ad imboccare una cengia ascendente, che fa sbucare al di sopra della paretina. Si sale una seconda balza rocciosa, breve e facile, fino a sbucare in vista della croce di vetta. Da qui si può aggirare l’ultimo tratto di cresta rocciosa sulla destra, attraversando una forcella e ritrovando una cengia che raggiunge la cima, oppure aggredire direttamente la crestina rocciosa per giungere in breve sulla vetta (F+ – 4h 30′).

Il toponimo ha il significato di altura più elevata, monte coperto da pietrame; Rubren, dal latino ruber, in riferimento alla colorazione rossastra del terreno che fascia la montagna nella sua parte meno elevata. Prima ascensione nota: ten. Loreilhe nel 1823, da Maliasset (valle Ubaye).

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2 risposte a Mongioia (Bric de Rubren) [m. 3340] da S. Anna di Bellino

  1. Pierluigi ha detto:

    Magnifica recensione, chiara, precisa, appagante! Il fatto poi di aver partecipato (grazie a te) all’ascesa fa sì che, per chi l’ha fatta, sia indimenticabile, e per chi la farâ assolutamente consigliata! Grazie Maurizio, ti abbraccio.

  2. Pierluigi Quartara ha detto:

    Grande Maurizio, splendida recensione, straordinaria gita, orgoglioso di aver partecipato! Grazie di tutto, alla prossima👋👋👋

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