
La croce in cima al Corborant
- Località di partenza: San Bernolfo di Vinadio
- Quota di partenza: 1663 m
- Dislivello: 1310 m
- Tempo di percorrenza: 6 h 00′ (a/r)
- Difficoltà: fino ai Laghi Lausfer: E – dai Laghi alla Cima del Corborant: F+
Accesso: Da Cuneo seguire le indicazioni per il Colle della Maddalena, risalendo la Valle Stura fino all’abitato di Vinadio. Oltre l’abitato, a Pianche (966 m), si procede a sinistra per Bagni di Vinadio (1270 m) e superate le Terme, si trascura la strada a destra per Besmorello per proseguire ancora per circa 6 km fino a raggiungere il caratteristico villaggio di San Bernolfo (ampio parcheggio poco prima della borgata).
Descrizione: dal villaggio di San Bernolfo (1663 m), si segue la sterrata (segnavia P23) in direzione SO lungo il versante sinistro orografico del Vallone di San Bernolfo, raggiungendo una struttura metallica che ha sostituito il vecchio fabbricato denominat0 Capanna di Corborant (1885 m). Si risale ancora con ampi tornanti la testata del vallone fino alla stessa quota della cascatella formata dal torrente Corborant (che scende dal soprastante Vallone di Barbacana), dove si abbandona la carrareccia per seguire a destra una ripida traccia (scorciatoia), che con lunga diagonale perviene ad un’ampia mulattiera (prosecuzione della carrareccia precedente). Si raggiunge un bivio (2285 m – paline) che a sinistra lascia un sentiero diretto al passo di Barbacana (segnavia P23) per traversare in salita (segnavia P47) magri pendii erbosi e guadagnare la valletta del Lausfèr, che ospita gli omonimi laghi, dopo alcuni tornanti ed una breve salita.

Valletta del Lausfer
Costeggiamo sulla destra i due bellissimi specchi d’acqua: prima il lago inferiore (2501 m) e dopo una decina di minuti quello superiore (2560 m) dai quali è ben visibile la stretta incisione della forcella est del Corborant, subito sopra il passaggio più impegnativo di tutta la salita il “Buco della Marmotta”. Si risale il ripido pendio detritico a monte del lago con numerosi tornanti, per uscire nella conca terminale del vallone che si allunga da destra verso sinistra, seguendo evidenti tracce, fino a ritrovarsi in corrispondenza dello sbocco inferiore dell’evidente canale che porta alla forcella a destra della cima. Una palina indica la cengia che risale il ripido canalino con fondo detritico, con in cima qualche passaggio su roccette, terminante alla base di un enorme masso incastrato nell’angusto canale, che forma una specie di grotta: questo caratteristico passaggio è denominato “Buco della Marmotta”.

Il buco della marmotta
Raggiunta la piccola grotta (attrezzata con gradini in ferro), con un passaggio un po’ atletico (facilitato dai gradini) si esce su un terrazzino, nella parte finale del canale. Si continua ancora per facili rocce e detriti, giungendo alla stretta incisione della Forcella Est del Corborant (2900 m) aperta tra la Cima ed il Gendarme del Corborant.

Placche lisce sulla cresta est del Corborant
Si prosegue ora subito a sinistra, lungo la cresta Est della Cima del Corborant: all’inizio costituita di lastroni lisci ma poco inclinati (catene), più in alto per cenge e piccoli salti di roccia, per raggiungere l’ultima parte della cresta, ampia e arrotondata, che conduce senza altre difficoltà sulla Cima del Corborant (3010 m, libro di vetta).
Bellissimo panorama su tutta la Valle Stura, sui numerosi laghi glaciali che circondano la cima e sulle principali montagne delle Alpi Marittime. Itinerario di discesa: lungo il percorso di salita. Curiosità: Il 12 settembre 1987 una frana ha coinvolto la parte sommitale di Cima Corborant, provocando un accumulo detritico di circa 10.000 mc alla base della parete sud-est. L’evento che ha modificato l’aspetto della montagna, per la presenza di un vistoso incavo a forma irregolarmente romboidale a partire dai m 2980 s.l.m., si è verificato a seguito di successivi eventi temporaleschi, che hanno lasciato a terra un totale compreso tra 120 e 180 mm di pioggia. La frana che ha in parte cancellato la traccia che sale al Passo di Corborant, non ha però modificato l’accesso alla cengia che dal passo porta in vetta.