Anello del Monte Bettone da Paschero di Stroppo

  • Località di partenza: Paschero (Stroppo capoluogo)
  • Quota di partenza: 1090 m
  • Dislivello: 1060 m
  • Tempo di percorrenza. 6h30′ l’anello
  • Difficoltà: E

Accesso stradale: Si percorre la statale della Valle Maira fino a Bassura,  poco prima della Borgata, si lascia la rotabile principale per seguire a destra le indicazioni per Elva/Paschero. Lasciamo l’auto nell’ampio posteggio nei pressi della chiesa parrocchiale, dedicata a S. Giovanni Battista nella borgata Paschero  (Lou Pasquier – m. 1090).

Itinerario: Si ridiscende la strada asfaltata fino al primo tornante, dove si procede diritto in leggera discesa lungo un’antica mulattiera che segue sulla destra il corso di un torrente.  Nei pressi di un vecchio mulino, si attraversa il rio su un antico ponticello in pietra ben conservato (m.1058), prendendo quota verso sinistra sotto la parete rocciosa della Rocca del Papa per inoltrarsi nel cumbal Tinas. Superando alcuni tornanti lasciamo a destra il sentiero per le Borgate Ciamin (m. 1333) e Contà (m. 1427) da cui arriveremo al ritorno, per proseguire per San Martino e il Colle di San Giovanni. Si perviene ad un ulteriore bivio dove, a destra, parte una traccia ancora per la Borgata Ciamin che tralasciamo e aggirato un costone, tocchiamo un buon punto panoramico.

La borgata di S. Martino

Con un traverso raggiungiamo la strada asfaltata per seguirla a sinistra in discesa,  e aggirata una propaggine rocciosa si giunge alla Borgata di S. Martino inferiore (m. 1378) e successivamente  alla Borgata superiore (m. 1476).

Guadagnata in cima alla borgata la via panoramica asfaltata che porta a Elva, la si segue a destra e dopo poche decine di metri, la si lascia per una scorciatoia ben evidente a monte, che ci permette di risalire il versante facendoci evitare alcuni lunghi tornanti che incroceremo durante la salita. Tagliata per l’ultima volta la strada asfaltata, seguiamo una pista forestale che porta presso una grangia alla base della vetta del Monte Betunet (m. 1827). In breve si raggiunge la cima, da dove si gode di una grandiosa vista su un tratto dell’aspro Vallone di Elva, sul Pelvo d’Elva e sul Chersogno e sulla vertiginosa parete ovest del Monte Bettone.

Si ridiscende alla Grangia per seguire una traccia che senza alcuna difficoltà risale piegando a sinistra le pendici del Monte Bettone (m. 1903). Dalla vetta oltre il panorama sul Vallone di Elva e sulle cime circostanti è possibile già intravvedere, verso nord, il Colle S. Giovanni e la Chiesetta omonima con l’itinerario da seguire per raggiungerla.

Il Betunet (m. 1827) visto dal sentiero di salita al Bettone

Ridiscesi dalla cima, si segue verso sinistra l’evidente sentiero che in breve ci porta al Colle Bettone (m. 1831) da dove recuperiamo il sentiero GTA che raggiunge il Colle S. Giovanni (m. 1875) con la caratteristica Cappella omonima di forma circolare (fontana).

Svoltando ancora a sinistra, si procede in leggera discesa sulla dorsale per raggiungere una tavola orientativa su un pulpito panoramico, con uno spazio dedicato ad una poesia di Piero Raina, poeta di Elva, scomparso l’8 agosto 2009, ma ancora vivo nel cuore degli abitanti della Valle Maira. Di qui piegando a destra si raggiunge il “Fremo Cuncunà” un caratteristico sperone roccioso sospeso sul vuoto. Il nome significa in lingua occitana di Elva “donna accovacciata”. A chiamarsi così in realtà, non è il singolo sperone aggettante, ma un insieme di rocce, che viste dalla strada del Vallone di Elva formano la singolare figura.

Dopo la foto mozzafiato di rito sulla roccia (si raccomanda la massima prudenza), si segue a ritroso il percorso fino alla Cappella di S. Giovanni, per risalire la strada poderale che ha origine davanti all’edificio e che ci conduce in pochi minuti al Colle della Cavallina  (m. 1941) dove transita la provinciale che porta a Elva. Si piega a destra seguendo la strada asfaltata, per abbandonarla poco più in basso del Colle Bettone, dove dalla provinciale si stacca a sinistra un sentiero (GTA) che discende nel vallone. Al primo tornante (palina) si lascia la traccia che curvando a destra porta alla Borgata S. Martino, per continuare diritto (GTA) sul sentiero piuttosto malagevole che lambisce un paio di volte la strada asfaltata e velocemente raggiunge la Borgata Contà (m. 1427), dove ritroviamo la rotabile che sale a Elva. Quindi dopo aver attraversato la sottostante Borgata Ciamin (m. 1333), che conserva una bella Cappella dedicata a S. Michele, un bel sentiero lastricato ci riporta con ripidi tornanti a chiudere l’anello sulla mulattiera T31, nel cumbal Tinas. Si scende quindi a sinistra, a ritroso sul tracciato percorso all’andata e superato il rio sull’antico ponte di pietra, con modesta salita si raggiunge Paschero.

 

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