Piramide Vincent (m. 4215) da Punta Indren

  • Località di partenza: Punta Indren
  • Quota di partenza: m 3260
  • Dislivello: m 955
  • Tempo di percorrenza. 4h15′ la salita – 3h00′ il ritorno
  • Difficoltà: F (35°)

Accesso: Si percorre la A5 Torino-Aosta uscendo al casello di Pont St. Martin, da dove si seguono le indicazioni per Gressoney e la valle del Lys. Si risale la valle superando in sequenza i comuni di Gressoney St. Jean e La Trinité per continuare oltre, sino alla frazione di Staffal dove si trova un ampio parcheggio in corrispondenza degli impianti di risalita. Si prende quindi la telecabina che raggiunge il Passo dei Salati dal quale parte la nuova funivia che porta direttamente sul ghiacciaio di Indren.

Questa cima definita inaccessibile dal precursore dell’alpinismo De Saussure, fu raggiunta il 5 agosto 1819, da quattro uomini: erano il cacciatore di camosci Jacques Castel,  l’ingegnere minerario di Gressoney Johann Nicolas Vincent (al quale verrà successivamente dedicata la vetta) e due suoi minatori. La prima salita invernale risale invece al 14 febbraio 1885, ad opera di Angelo Mosso ed Alessandro Sella.

Da Punta Indren si attraversa il ghiacciaio omonimo, puntando con un ampio semicerchio a sinistra (lasciando a destra la traccia per la via normale alla Punta Giordani) fino a portarsi sotto una bastionata rocciosa, in una zona abbastanza crepacciata; al termine del ghiacciaio abbiamo due possibilità: un sentiero che viene generalmente percorso in discesa, dove l’unico passaggio esposto è facilitato dalla presenza di una corda, che ci porta direttamente al Rifugio Mantova e una traccia superiore, che taglia in costa per un breve tratto una zona ripida del ghiacciaio, conduce alla “via delle roccette”, apparentemente più difficile ma attrezzata, in modo tale da rendere la salita sicura (sono presenti abbondanti corde fisse e scale).

Il primo rifugio che si incontra è il Mantova (m.3498), una confortevole e recente costruzione (1974) dalla capienza limitata: per chi segue “le roccette”, l’edificio in pietra e legno appare al termine della via, a sinistra, una trentina di metri più sotto, a cinque minuti di cammino. Questo rifugio, oppure la sovrastante storica Capanna Gnifetti (m. 3647, realizzata nel 1876 così chiamata in onore del celebre parroco di Alagna Valsesia e appassionato alpinista Giovanni Gnifetti), possono costituire ottime basi di appoggio per la nostra salita. 

Dal Rifugio Mantova si risale su pendii poco ripidi, il ghiacciaio del Garstelet sino a portarsi  sul risalto a destra della Capanna Gnifetti. Si raggiunge così un’ampia zona quasi pianeggiante, dove incrociamo la traccia proveniente dalla Capanna. Si continua attraversando l’intero plateau glaciale, quindi un ripido tratto del ghiacciaio del Lys in diagonale verso sinistra, per proseguire su pendenze più moderate, adattandosi a passaggi obbligati tra i crepacci aperti. In prossimità di quota 4000 mt, nella conca nevosa quasi alle pendici dell’isolotto roccioso del Balmenhorn, si abbandona la traccia principale diretta verso il Colle del Lys piegando verso destra, lungo un avvallamento in moderata pendenza, in direzione del Colle Vincent (4088 m).

Senza raggiungerlo si risale a destra il versante Ovest-NordOvest della Vincent e con un ultimo strappo su ghiacciaio piu’ ripido, si raggiunge la vetta. I panorami ripagano ampliamente la fatica, dai grandiosi ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa (ghiacciai del  Garstelet e del Lys), alle vedute dalla cima sul Corno Nero, sul Balmenhorn (Cristo delle Vette), sulla Punta Gnifetti ma soprattutto sull’elegantissima e affilatissima cresta del Lyskamm.

Per la discesa si segue l’itinerario di salita.

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