- Località di partenza: Ferrere di Argentera
- Quota di partenza: 1869 m
- Dislivello: 1305 m
- Tempo di percorrenza. 4h30′ la salita – 2h30′ il ritorno
- Difficoltà: E (fino al Colle del Puriac) – EE (le due cime)
Accesso: Risalire la Valle Stura fino a Bersezio, dove si prende a sinistra la strada asfaltata che valica il fiume Stura, risalendo con alcuni tornati le pendici del Monte Incianao. Raggiunta la sommita’ del costone (dopo circa 6 km) la stretta carrareccia si biforca. Si trascura il ramo di destra (diretta alla Bassa di Colombart) per iniziare una discesa che in breve porta a Ferrere. Subito sopra la Borgata, sono stati predisposti due ampi parcheggi, dove si puo’ lasciare l’auto.
Itinerario: Si scende nel villaggio dove si prende a destra l’ampio sentiero, segnalato, che si segue per alcune centinaia di metri. Subito dopo una croce (a sx), si lascia la traccia principale diretta al Colle del Ferro e ai laghi di Vens, per risalire a destra un sentiero segnalata con tacche bianco-rosse (GTA – P39) in direzione ovest, sud-ovest. Si raggiunge così in poco meno di un ora il Gias Colombart Sottano (m. 2213) ai piedi del Monte Pebrun. Si prosegue, arrivando poco sopra ad intercettare un vecchia strada militare piuttosto dissestata, che con ampie svolte sale tra macereti e dossi erbosi alla Bassa di Colombart (m. 2461 – 1h e 45′).
Si procede a sinistra su un sentiero a mezza costa, che in breve tempo conduce al Colle Puriac (m. 2506 – 2H 15′), vasta depressione tra la Rocca dei Tre Vescovi (a W) ed i contrafforti del Monte Pebrun (a E). Dal Colle una traccia scende a sud nel vallone della Tinée nei pascoli del Salzo Moreno per raggiungere infine Le Pra.
Il nostro itinerario a questo punto continua verso destra, sullo spartiacque, su buon sentiero (tacche giallo-rosse) che aggira un paio di rilievi rocciosi sul versante italiano e in breve ci porta alla Comba della Sagna, pietroso avvallamento alla base delle nostre due cime. Si risale ancora con un traverso la pietraia alla base settentrionale della Rocca per raggiungere un bivio (m. 2667). Lasciata a destra la traccia che attraversa la pietraia in direzione dell’Enchastraye, che seguiremo piu’ tardi, si risale un erto sentiero (segni rossi) che si inerpica tra i detriti in direzione del Col de la Vigne. Prima di raggiungerlo si devia a sinistra (sud), su una faticosa traccia su pietrisco mobile, che raggiunge piu’ in alto la cresta spartiacque. Con sentiero meno impegnativo che serpeggia tra lastroni e scaglie si supera il salto finale e si raggiunge la vetta (1 h 15′ dal Colle del Puriac).
Il toponimo Rocca dei Tre Vescovi, deriva dal fatto che costituisce un importante punto nodale, in cui convergono i territori delle Diocesi di Cuneo, Nizza e Digne.
Si discende ora fino al bivio a quota 1667 m., per seguire il sentiero (tacche gialle) che supera in diagonale il pendio detritico e raggiunge il contrafforte roccioso delimitante la sinistra orografica del canalone alla base dell’Enchastraye. Lo si risale e deviando a sinistra e con tracciato a zig zag, si raggiunge un sentiero che passa poco sotto la cresta nord-est della cima. Si piega nuovamente a sinistra mantenendosi sul lato piemontese senza raggiungere lo spartiacque (attenzione tratto esposto), per imboccare una comoda rampa che in pochi minuti conduce alla vetta dell’ Enchastraye (m. 2955 – 1h dal bivio a quota 1667 m.).
Il toponimo Enchastraye, il cui significato è luogo incastrato tra più valli, deve il suo nome alla posizione del monte, del colle e del lago omonimi, posti alla testa delle valli Stura, Ubayette e Tinée.
Il vasto panorama dalla cima comprende il vallone del Lauzanier ed i suoi laghi, tra le vette la Rocca dei Tre Vescovi con la via di salita e dalla parte opposta svettano l’Oronaye dietro del quale si intravvede il Monviso.
Discesa: Dalla vetta dell’Enchastraye, scendendo lungo l’itinerario percorso in salita, si ritorna a Ferrere (m. 1869 – 2h e 30′)
Sono due le ipotesi per il toponimo Ferrere o Ferriere: una è legata alla presenza di materiali ferrosi, mentre l’altra si rifà al termine latino ferus, feroce, ovvero luogo impervio.