Ferrata della Rocca dei Corvi (Valle Mongia)

  • Località di partenza: Viola (CN)
  • Quota di partenza: 900 m
  • Dislivello: 100 m
  • Tempo di percorrenza. 1h15′ – 15′ il ritorno
  • Difficoltà: PD – D (EEA)

Accesso: Da Ceva (Uscita della Torino-Savona – A6), seguire a sinistra fino ad una rotonda, quindi terza uscita in direzione Mondovì, seguire la variante procedendo ancora diritto alla seconda rotonda, fino ad arrivare ormai oltre il centro abitato ad una ulteriore rotonda. Si prende la terza uscita in direzione Val Mongia, Lisio e Viola raggiungendo così Mombasiglio, Lisio e lasciata a sinistra una diramazione per Castello si perviene a Viola (826 m -21 km da Ceva). Si risale il paese in direzione di S. Grée per circa 1 km, fino ad intercettare sulla sinistra un’evidente strada asfaltata  (cartello Rocca dei Corvi) che si percorre fino alla Cappelletta di S. Caterina dove si parcheggia.

Itinerario: Si prosegue in discesa sulla stradina sterrata a sinistra della Cappella, che dopo aver oltrepassato un rio  raggiunge un’ampia radura. Si procede quindi su ripido sentiero (indicazioni “Sentiero Natura” e “Rocca dei Corvi”) che si unisce ad una bella strada forestale. La si percorre brevemente sulla sinistra, fino a raggiungere nuovamente un sentiero a destra (tacche gialle), che ci porta ad un blocco roccioso panoramico a strapiombo sul torrente Mongia. Da questo punto, e’ unica la vista su questo ardito torrione roccioso costituito da quarzite conglomeratica, che s’innalza tra i boschi della Val Mongia.

Di qui abbiamo la possibilità di effettuare due percorsi:

a) scendendo a destra (ovest) si raggiunge in breve tempo l’adrenalinica passerella (che utilizzeremo per il ritorno) e si congiunge alla seconda parte della ferrata.

b) continuando sul sentiero naturalistico a sinistra, con percorso tortuoso si raggiunge in 10′ le sponde del torrente Mongia, portandoci quindi sulla destra orografica con l’ausilio di una passerella di legno, sul fianco di un bel laghetto. Si prosegue fino ad un secondo laghetto, dove lasciamo a destra un altro ponticello. Tale struttura permette l’attraversamento qualora si sia effettuata la breve variante attrezzata da cavi, che inizia a destra del primo ponte in legno, ma che risulta spesso impraticabile. Ci portiamo quindi alla base di una cascatella, dove, sulla sinistra iniziano i cavi della ferrata (m. 780).  Si segue un sentiero, che nel bosco risale un risalto roccioso con l’aiuto di cavi e alcuni gradini, per costeggiare un piccolo specchio d’acqua. E’ importante fare attenzione a non scivolare sulle rocce liscie e sempre bagnate.

Si giunge quindi alla base di un torrione, che si sale prima su una scala in legno, quindi a destra su tratto leggermente strapiombante, con l’ausilio di alcuni gradini in ferro. Raggiunta una spalletta, si prosegue a sinistra prima su cengia esposta (sotto il ponte tibetano), quindi su placca fino ad un albero aggrappato alla roccia. Da questo punto a destra, un’intaglio nella roccia, permette di congiungerci alla via di fuga verso la passerella. Si prende a sinistra ricercando gli appoggi migliori nella asperità della roccia (tratto delicato), quindi oltre lo spigolo  su gradini ancora verso sinistra, Quindi si risalgono due placche lisce intervallate da un traverso verso destra che ci portano ad un terrazzino.

Superato con l’ausilio dei numerosi gradini un breve tratto strapiombante, si raggiunge una aerea spalletta dove incontriamo e percorriamo un tratto comune con la ferrata più semplice. Proseguendo su semplici roccette, si lascia il tracciato a destra della via più facile, per salire a sinistra un breve camino che ci porta a nord, su una cornice ascendente faci- litata da alcune staffe fissate alla roccia. Si perviene ad alcuni gradini discendenti, che por- tano ad un terrazzino che prosegue con una cengia, man mano che sale più esposta, per uscire su uno spigolo dove si intercetta nuovamente la via più semplice. La lasciamo, seguendo a destra un tratto di roccette, che ci portano pochi metri sotto lo spigolo nord-ovest della cima, che raggiungiamo con ultimo breve aereo tratto di salita.

Discesa:  Si prosegue alle spalle della Madonnina, scendendo per roccette articolate lungo le corde fisse che ci portano prima in un breve camino, per raggiungere al termine della crestina, una parete verticale di una decina di metri piuttosto impegnativa. La ricerca delle aeree staffe e’ piuttosto ostica, in quanto nella prima parte sono coperte dalla roccia strapiombante.

La discesa, ci porta ad un terrazzo sotto lo spigolo est della Rocca, quindi alla crestina orizzontale che attrezzata di cavo metallico di sicurezza ci porta nel bosco, da dove con ripido sentiero, sempre evidente, raggiungiamo in breve il traverso su roccia attrezzato, dove è ancorato il ponte tibetano. Oltre la passerella, si giunge con pochi tornanti alla roccia panoramica al cospetto della Rocca dei Corvi, da dove a sinistra, ritroviamo il Sentiero Natura da percorrere per il ritorno.

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